Valerio Massimo Manfredi: libro
Quinto Comandamento (Mondadori, 2018)
“Innanzitutto i fatti che racconto sono tutti realmente
accaduti. Io li faccio diventare una storia epica, come deve fare uno
scrittore. Ma le documentazioni di ciò che accadde ci sono. Inoltre ho
conosciuto il protagonista, con cui mi sono poi incontrato più volte.”
Incontrò padre Angelo Pansa, il vero nome del suo
protagonista, che nel romanzo diventa padre Marco Giraldi, a Scanno dove lui
era premiato per la Cultura e il prete per l’Ambiente.” Da lì è incominciata la
mia storia. Una storia che è ambientata in un periodo e in momenti per lo più
sconosciuti: la guerra civile in Congo del 1964 a seguito dell’abbandono dei
belgi della loro colonia e del tentativo di Patrice Lumumba di dichiarare
l’indipendenza”. Ma la guerra civile
oltre a essere una contrapposizione tra interessi economici di varie nazioni,
poiché il Congo è ricchissimo di materie prime, fu anche guerra tribale e anche
caccia ai colonizzatori rimasti e ai padri bianchi. I padri bianchi erano di origine
per lo più belga e dovevano essere evacuati, per essere salvati.
“Arrivarono i missionari italiani in sostituzione dei belgi e tra questi il mio padre Marco Giraldi. Padre Pansa mi ha raccontato di come, nel tentativo di salvare più vite umane possibili si trasformò in una sorta di templare di fine millennio. Addirittura organizzò un commando mercenario, il Quinto Commando, che liberò in quattro anni oltre 1500 tra preti e suore da torture e morte sicure.”
“Arrivarono i missionari italiani in sostituzione dei belgi e tra questi il mio padre Marco Giraldi. Padre Pansa mi ha raccontato di come, nel tentativo di salvare più vite umane possibili si trasformò in una sorta di templare di fine millennio. Addirittura organizzò un commando mercenario, il Quinto Commando, che liberò in quattro anni oltre 1500 tra preti e suore da torture e morte sicure.”
“Io chiesi a padre
Andrea se aveva mai ucciso. Perché questo era quello di cui si era raccomandato
il suo vescovo in Congo. La risposta che mi diede fu – “E’ come se lo avessi
fatto. Io non ho mai sparato, perché c’erano i miei mercenari che lo facevano
per me. Una volta ci sono andato vicino ma il fucile era inceppato. Quindi se
mi chiedi se ho ucciso ti ripeto, è come se lo avessi fatto”.