martedì 3 aprile 2012

da Radio Vaticana

Myanmar: gioia della Chiesa per la vittoria di Aung San Suu Kyi e la regolarità del voto



Gioia della Chiesa cattolica birmana per il regolare svolgimento delle elezioni suppletive in Myanmar del 1° aprile, che hanno decretato il trionfo della Lega nazionale per la democrazia e il successo personale di Aung San Suu Kyi, eletta con oltre l'80% dei consensi personali. Interpellato dall'agenzia AsiaNews sull'esito del voto, l'arcivescovo di Mandalay sottolinea di essere "felice" per l'esito delle elezioni e le modalità di svolgimento. "Dall'inizio della campagna elettorale - spiega mons. Paul Zingtung Grawng - era chiaro l'amore della gente per Aung San Suu Kyi; si sapeva che, se le elezioni fossero state libere e giuste come promesso, questo sarebbe stato il risultato". Il prelato aggiunge che "tutto il popolo nutre molta speranza nella 'Signora', e auspica possa contribuire al progresso della nazione". Per mons. Zingtung Grawng, la Chiesa può contribuire a "fornire le fondamenta per realizzare una nazione solida", soprattutto nei settori "della sanità e dell'istruzione", anche perché "Aung San Suu Kyi chiede a tutti, minoranze religiose ed etniche, di contribuire in modo attivo alla costruzione del Paese". Mons. Francis Daw Tang, vescovo di Myitkyina, nello Stato settentrionale Kachin, parla di "momento importante" per tutti i birmani, anche se proprio in tre distretti Kachin non si è votato per problemi relativi alla sicurezza, secondo quanto affermato dalle autorità birmane. "I civili non sono stati certo felici - dichiara il prelato ad AsiaNews - anche se la situazione non era così problematica" da rimandare la tornata elettorale. "Il mio auspicio - aggiunge mons. Francis - è che tutti questi nuovi politici che entrano in Parlamento possano lavorare per il bene del Paese e della popolazione Kachin. Questo voto può rappresentare davvero un'occasione per la pace e il miglioramento" in un'area teatro da mesi di scontri fra milizie etniche ed esercito governativo. Secondo le ultime fonti sarebbero ancora 60mila i profughi che hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni. Fonti di AsiaNews all'arcivescovado di Yangon, a condizione di anonimato, confermano l'importanza delle elezioni, ma avvertono che "pur restando ottimisti, bisogna vedere cosa farà il governo" perché "possono succedere tantissime cose". Se gli scenari futuri restano difficili da delineare, resta comunque la soddisfazione "per aver potuto scegliere liberamente dove vogliamo andare": anche se i seggi sono solo 45 su oltre 600, "il cambiamento è visibile in Parlamento" e "sarà importante". "La Chiesa birmana è vicina ad Aung San Suu Kyi - aggiunge la fonte - e siamo felici per la sua vittoria". (R.P.)

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