Da Silvana la sintesi di un fiume di emozioni.
"E' stato un viaggio fantastico!!!!!!!!!!!! Ricco di emozioni e del calore della gente.
La Birmania merita di essere visitata non tanto per le sue bellissime pagode
ma per il popolo Birmano, molto dignitoso pur nella sua povertà, umile e
sorridente.
Abbiamo attraversato villaggi dove la gente vive in capanne di bambù e paglia
sollevate da terra per evitare il fango delle inondazioni. Molti lavorano nei campi
dove l'aratro è ancora trainato dai buoi.
I bambini monaci li vedi in fila indiana lungo le strade, con la loro ciotola,
per elemosinare il cibo che ogni giorno la gente, seppur povera dona a loro.
L'assistenza medica è solo per chi può economicamente.
La visita alle Missioni (Mobye e Loikaw) mi ha emozionato non poco per l'accoglienza
ricevuta. I bambini ci aspettavano tutti in fila con un grande striscione di benvenuto,
Ad ognuno di noi è stata messa una corona di fiori al collo e ci hanno accompagnati
all'interno della Missione suonando i tamburi e cantando.
Abbiamo potuto così visitare le due delle tre case costruite per loro, in modo particolare
Loikaw che può ospitare fino a 100 bambini e avere la gioia di vedere sul posto la realizzazione
di questi progetti. Abbiamo fatto tante foto ai bambini, che consegneremo agli sponsor,
e filmati che possono così testimoniare quanto è stato realizzato con l'aiuto di tante persone.
Abbiamo pranzato e cenato con loro.
Molti bambini sono arrivati dai villaggi lontanti,caricati su trattori e con alle spalle 4/5 ore di viaggio
per incontrarci e ringraziarci per l'aiuto che viene a loro donato.
A fine giornata, dopo la cena, hanno ballato e cantato per noi.
Poi, hanno formato una lunga fila, e ognuno ha voluto portarci un dono......
alla fine eravamo seppelliti da sciarpe-borse in stoffa ricamate-cesti in vimini, longi....
siamo rimasti senza parole!
Nel mio cuore resterà una giornata indimenticabile.
Personalmente questo viaggio mi ha regalato molto e spero vivamente che questo meraviglioso
paese possa essere libero, al più presto, dalla dittatura che il loro attuale governo esercita su di loro.
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